Quando si pensa alla storia della motocicletta non si può dimenticare un nome famoso come quello della nota casa americana, sinonimo di grandi cilindrate e di viaggi coast to coast, Harley-Davidson.
La primissima traccia di questo brand viene fatta risalire al 1901, dove nella città di Milwaukee (Stato del Wisconsin) due giovanissimi amici, William Silvester Harley (1880 – 1943) e Arthur Davidson (1881 – 1950), montano un motore, creato da loro, su una bicicletta, il tutto nel piccolo garage dell’abitazione di Davidson. Il primo prototipo fu un vero e proprio disastro, il telaio della bicicletta non era in grado di sopportare le vibrazioni e il peso del motore, il quale aveva, inoltre, perdite d’olio.
Questo non scoraggiò di certo i due giovani, i quali aiutati dal fratello di Davidson, nel 1903 svilupparono un nuovo motore e un telaio più adatto e fondarono ufficialmente la casa motociclistica Harley-Davidson. Nel primo anno, la produzione fu solamente di tre esemplari.
Si dovrà attendere il 1907 per vedere un vero incremento della produzione con ben 150 mezzi prodotti e un contratto per fornire le motociclette alla polizia.
Le prime moto erano tutte monocilindriche, il primo bicilindrico nacque nel 1909: con una cilindrata di 810 cm³ e una velocità massima di 97 km/h, la produzione fu di ben 1.149 esemplari.
Nel 1913 Harley-Davidson produsse quasi tredicimila esemplari: il colosso del motociclismo era nato!
Con la Prima guerra mondiale le motociclette furono vendute in grandi numeri (circa 45.000 esemplari) alle forze militari statunitensi; si trattava di cinque modelli, due monocilindriche e tre bicilindriche.
Dal 1920 Harley-Davidson era ufficialmente la più grande casa motociclistica del mondo e vendeva in 67 paesi diversi. Di pari passo alla sua espansione proseguiva il suo sviluppo tecnico, vennero introdotte diverse novità come il serbatoio a goccia, tipico della casa americana, e un nuovo motore bicilindrico a V da 1.200cm³ di cilindrata.
Intorno agli anni Trenta la casa motociclistica ebbe un calo delle vendite e solo due sedi del costruttore americano riuscirono a salvarsi, questo fu causato dall’avvicinarsi della grande depressione e dal grande successo delle automobili.
Ancora una volta la guerra portò l’azienda a salvarsi grazie alla produzione, in grandi numeri, di motociclette per le forze armate.
Gli anni successivi vedono la Harley crescere sia in termini di cilindrate sia di fatturati; si assiste però anche a un arresto nella capacità innovativa, soprattutto in confronto ai competitori giapponesi, che condusse la casa americana sull’orlo della bancarotta.
La rinascita del marchio si ebbe con gli inizi degli anni ’80 grazie a una diversa strategia di marketing e a un intenso studio dei concorrenti.
A partire dal 2000 la Harley-Davidson vede un’evoluzione tecnologica con i nuovi modelli e i nuovi motori.
Harley-Davidson è stata sempre considerata come un’azienda conservatrice, fedele ai progetti tradizionali e raramente incline alle novità, oggi invece il suo catalogo è estremamente ricco di modelli i quali possono essere anche personalizzati in base ai gusti del cliente.